Norcia nel basso Medioevo
-
Porta Romana: costruita nel 1869 venne così battezzata dopo l’Unità d’Italia. S’impiegarono scaglie rosse di Biselli; la porta in sé rappresenta un omaggio ai due condottieri nursini Ufente e Sertorio e riporta, nella sua parte più alta, la dicitura data da Gregorio Magno del 603 “Vetusta Nursia”.
-
Porta Narenula: prende il nome da “in-arenula”, alludendo, probabilmente, alle cave di pozzolana; al di sotto della porta sgorga la sorgente del Salicone, il che contribuì a identificare il suo stemma con due pesci che nuotano tra acque blu.
-
Porta delle Cerece: chiusa da inferriate già da quando fu interrato lo spazio tra le Mura e la Castellina, diventanto il passaggio esclusivo della fortezza dal quale passavano i condannati a morte per raggiungere il luogo della loro esecuzione.
-
Porta Meggiana: è l’unica porta della cinta muraria che si può definire Scea, ovvero avente un ingresso laterale e non diretto, rappresentando un vero e proprio sistema funzionale di difesa.
-
Porta Ascolana: acquisisce il suo nome dalla direzione in cui guarda, ovvero verso il piano ascolano. Il suo simbolo rappresenta tre chiavi su sfondo verde, proprio a sottolineare che, attraverso questa porta, considerata la più importante, passavano i consoli depositari delle chiavi della città.
-
Porta Maccarone: è sicuramente indubbia l’origine del suo nome. Lo stemma della porta raffigura la porta stessa sormontata dalla stella orientale colorata d’oro su fondo marrone.
-
Porta Palatina: è ovvio che la denominazione deriva, senza possibilità d’errore, dalla sua esposizione diretta al monte Patino che le sta di fronte.
-
Porta Valledonna: particolare è la derivazione del suo nome. Secondo la credenza comune in questo rione trovavano nascita le donne più belle di Norcia. Per questo il suo stemma raffigura un volto di donna su sfondo lilla, colore che, nell’immaginario, deve richiamare i campi di ciclamino nella vallata prospiciente.
Nel XVIII secolo le chiese, la loro costruzione e il loro potenziamento, furono al centro di una rinnovata attenzione. Maggiore rilevanza cominciava ad assumere la chiesa di S. Maria Argentea, promossa a titolo di Pieve, ovvero chiesa parrocchiale a cui fanno riferimento altre chiese minori e rurali. Per quanto riguarda la chiesa di S. Benedetto, fu proprio in questo periodo che conobbe la sua prima sistemazione, soprattutto nella facciata e nella muratura. Il monastero ad essa attiguo fu motivo di scontri in questi anni, in quanto l’abate di S. Eutizio lo concesse ai francescani, favorendo la scacciata violenta dei monaci che vi avevano risieduto fino a quel momento. Il gesto, però, ebbe una risonanza tale da portare il Papa stesso e il Duca di Spoleto a ripristinare lo stato originario. I francescani si trovarono a ripiegare sull’allora chiesa di S. Bartolomeo, oggi conosciuta come chiesa di San Francesco, sconsacrata e diventata auditorium. Dal lato opposto della piazza in cui sorge, direttamente di fronte ad essa, trovò collocazione la chiesa della Misericordia. La cristianità della parte bassa di Norcia si allargò a poco a poco anche nelle zone più alte del centro urbano, soprattutto con la costruzione delle chiese di S. Agostino e S. Agostinuccio, affiancati dal Tempietto, nell’attuale via Umberto. La presenza benedettina, come nelle chiese che nascevano una dopo l’altra, si fece sempre più importante anche nella vita sociale della comunità, dall’istituzione di ospedali gestiti dai benedettini in quanto detentori delle conoscenze mediche idonee, alle pratiche agricole: sistemarono a coltura le marcite.
Nel XVI secolo la chiesa inasprì le sue politiche. Compare il Commissario Papale, sostituto del Podestà, mutando l’allora forma di governo. Questo nuovo peggioramento della situazione convinse la costruzione della fortezza della Castellina, affidata, nel progetto, a Jacopo Barozzi, meglio conosciuto come il Vignola.
Alla fine dell’Ottocento, in particolare nel 1869, immediatamente dopo l’Unità d’Italia, venne creata la vita considerata, ad oggi, la via principale del paese: corso Sertorio, il quale passa in modo rettilineo nel centro più storico di Norcia. Questa sua struttura fu agevolata dal taglio e dall’aggiustamento dei palazzi che occupavano lo spazio nel mezzo.