La Basilica di San Benedetto da Norcia
La facciata, così come l’ormai chiuso portale laterale e la base del campanile, appartiene alla fine del XIV secolo. Questa, definita a capanna, è l’emblema di un’architettura di ampia diffusione nella regione e trova proprio a Norcia una delle sue più accentuate manifestazioni. Divisa a metà da una cornice delimitata, ai lati, da due lesene-pilastro, ospita un portone a fasci di colonnine con la lunetta ornata da una Madonna col Bambino, protetta, alle due estremità, da due angeli. Poi, ai lati, due edicole fanno da dimora ai santi Benedetto e Scolastica, quasi a voler troneggiare sulla bellezza e la misticità della piazza su cui affacciano. Le ante del portone, in noce, hanno intarsiate anch’esse l’immagine dei Santi gemelli, e risalgono all’anno 1578. Nella parte immediatamente sopra alla cornice, al centro, un grande e bellissimo rosone è attorniato dai simboli dei quattro evangelisti. Sempre sulla facciata, nell’estremità inferiore, una fila di anelli svolgeva una funzione esclusivamente festiva: durante il primo giorno di primavera, in occasione delle celebrazioni in onore del patrono, gli anelli sostenevano i palli offerti dai castelli del Comune. Negli ultimi anni questa tradizione, abbandonata col tempo, è tornata ad essere praticata per ridare prestigio agli aspetti più affascinanti del nostro passato. C’è da sottolineare che la facciata, in sé per sé, è stata studiata per essere autonoma rispetto al resto dell’edificio. Tale autonomia, che, per altro, si riscontra in molti dei monumenti religiosi italiani, le dà la possibilità di spiccare al di fuori di una struttura che, architettonicamente parlando, può essere totalmente differente.
Una particolarità interessantissima della Basilica di San Benedetto è il portico delle misure, addossato alla fiancata destra della chiesa intorno al 1570, voluto da un progetto unitario di Comune e autorità ecclesiastiche. La primaria finalità, in contrasto con i monaci benedettini, era quella di dar avvio ad una sorta di mercato dei cereali pesati attraverso grandi contenitori in pietra, tuttora presenti. Fu proprio in conseguenza di questa introduzione per così dire commerciale che il portole laterale della basilica venne chiuso.
La pianta della chiesa è a croce latina ed ha un’unica navata. Lungo la parete sinistra, accanto alla fonte battesimale, c’è ancora oggi un nicchione ospitante S. Barbara tra S. Michele Arcangelo e S. Claudio. Secondo gli studi più accreditati l’affresco è opera di Francesco Sparapane, dei primi decenni del secolo XVI. Il primo altare, proseguendo sempre sul lato sinistro, è dedicato a S. Pietro Celestino. La fattura di tale altare venne affidata ai Battaglia di Todiano, una famiglia che soltanto nei primi dei ‘700 venne ammessa alle cariche cittadine. Lungo la sinistra, al di là dei confessionali realizzati, come il pulpito, da artigiani locali, s’incontra un secondo altare, dedicato a S. Lazzaro, realizzato, questo, dalla famiglia Tebaldeschi-Argentieri.
L’abside, ridotta in altezza in seguito al 1703, è impreziosita da un crocifisso ligneo dei primi del ‘500, al di sotto del quale domina il coro che fu della già demolita chiesa dell’Annunziata. Tale coro, datato 1515 e lavorato da Antonio Seneca da Piedivalle, riveste un fascino particolare nel suggestivo ambiente della basilica, quasi a voler testimoniare, ad oggi, la magnificenza che un tempo gli apparteneva. Sul transetto destro, al di sopra dell’altare, una tela di Vincenzo Manenti raffigura la Madonna col Bambino e santi. Proseguendo sul lato destro verso la bussola dell’ingresso s’incontra l’altare dedicato a S. Lucia.
Particolarità della basilica di San Benedetto è, senza ombra di dubbio, al di là del patrimonio che essa stessa rappresenta, una bellissima e suggestiva cripta, alla quale si accede per mezzo di una scala posta sul lato sinistro. La cripta è divisa in tre navate: le due laterali di più ridotte dimensioni rispetto alla centrale, sormontata, tra l’altro, da una volta a sesto ribassato, la quale sembra ricongiungersi anche ad una quarta navata distrutta. All’inizio della navatella di sinistra si apre un’absidiola che, nella più fedele e mistica tradizione locale, si considera luogo di nascita dei Santi gemelli, decorata da affreschi del secolo XIV. Interessante è la fattura di pilastri e capitelli, scolpiti grossolanamente. Poi, attraverso una porticina cancellata, si accede ad un’area archeologica sottostante la basilica.