Ferrovia Spoleto-Norcia: il perché del tracciato
Logicamente ci si pone la domanda del perchè è stata scelta Spoleto per collegare il piccolo centro di Norcia, considerando che già Terni avrebbe rappresentato, in termini logistici e territoriali, più semplice da collegare, essendo il percorso un naturale proseguimento della valle del Nera, per lo più pianeggiante. Per quanto se ne sa, i nursini hanno sempre considerato Spoleto come città di sbocco efficentissima per la propria economia; di contro, Spoleto stessa, da un punto di vista strategico, ha sempre visto i paesi della montagna, primi fra tutti Norcia, Sant’Anatolia di Narco, Borgo Cerreto, Triponzo e Serravalle, come importanti fonti per un arricchimento anche personale. Alla luce di questo reciproco bisogno veniva a nascere e a crescere con sempre più fervore l’esigenza di creare un collegamento sicuro e costante tra le due mete.
E’ necessario, per capire realmente le motivazioni che hanno spinto a progettare un tratto ferroviario in questa zona, fare una panoramica del paesaggio stradale in cui verteva Norcia e il territorio circostante. Fino ai primi anni dell’Ottocento l’unica via che collegava Norcia a Spoleto e, più in generale, l’unica via che favoriva un’evasione dal totale isolamento, era tipicamente per muli, irta di difficoltà e troppo stretta, percorsa, principalmente, da pochi commercianti temerari o fedeli in pellegrinaggio nel paese di San Benedetto o pastori con i loro greggi. Il primo progetto concreto di una strada di collegamento in tal senso arriva soltanto nel 1830 per opera dell’ingegnere Riccardi e impiega cinque anni per terminarlo. L’opera vera e propria finì soltanto diciassette anni dopo e comportò un investimento monetario ingente per il tempo. Intanto, negli stessi anni, nel comprensorio marchigiano, si stava dando avvio ad una serie di progetti per realizzare tracciati ferroviari che collegassero le località marine a Roma. Come è ovvio, il municipio nursino non rimase indifferente al nuovo entusiasmo da vaporiera che stava dilagando ai confini della regione. Così, nel 1861, il municipio affidò all’ingegnere Sabbatino Stocchi il progetto di una ferrovia che posizionasse Norcia al centro del collegamento tra la foce del Tronto e Terni. In definitiva si voleva raggiungere la situazione di avere una congiungente nord-sud, est-ovest. L’imponenza del progetto, però, era tale da risultare infattibile, costringendo il comune di Norcia a ripiegare su di una soluzione di minore entità che la unisse unicamente alla città di Spoleto.