Ferrovia Spoleto-Norcia: la guerra e l’inizio della fine
Purtroppo, però, la ferrovia visse solo per quarantadue anni, scavalcando un piccolo periodo di arresto durante il conflitto mondiale. Nel giugno del 1944 i tedeschi in ritirata fecero saltare la sottostazione di Piedipaterno, il vero cuore palpitante della ferrovia, lo scalo di Spoleto e l’officina. Il 14 giugno il servizio cessò, ma per la ferrovia e l’entusiasmo che l’aveva animata non era ancora finita. Il 5 ottobre del 1945 il servizio venne ripristinato con due motrici rimaste intatte.
Nel 1952 venne approvata la legge 1221 che permetteva alla Società Subalpina di Imprese Ferroviarie l’inizio della graduale ristrutturazione che non fu comunque cosa repentina. Il piano di ammodernamento divenne esecutivo col Decreto Ministeriale 17 giugno 1955 n. 1809 e durò fino al 1957. In particolare il piano di ammodernamento prevedeva un’opera di manutenzione dei binari, delle balaustre dei ponti, delle mura di sostegno; si inserivano passerelle sui ponti in ferro e varie recinzioni, si restauravano i fabbricati di stazione, si sistemavano i piazzali, si rinnovavano gli impianti telefonici e le linee di contatto. Alla fine degli anni Cinquanta la Ferrovia Spoleto-Norcia si presentava totalmente rimodernata nonostante il suo futuro non era del tutto roseo. Gli anni Settanta, con l’estrema politica dei “rami secchi”, si avvicinava sempre più pressantemente, rafforzata da un graduale impoverimento delle strutture ferroviarie in rapporto ad un crescendo costante del trasporto gommato. Il 1962 è la data in cui si ebbe la prima vera e concreta proposta di sopprimere il tracciato ferroviario a beneficio di un autoservizio. Nel 1964 vi fu un primo decreto, il 106 del 21 agosto, che prospettava una possibile soppressione. Un ulteriore decreto, dell’anno successivo, stabiliva che il treno doveva subire questa sostituzione e nel 1965, alla Società Subalpina, subentrò la Società Spoletina Impresa Trasporti. Nonostante i tentativi di mantenimento proposti da enti, istituzioni o giornali, la chiusura diveniva oramai tristemente imminente. Scalfaro, in un comunicato del 1968, ammetteva la pesantezza economica della gestione della Spoleto-Norcia sulle casse dello Stato, in virtù, soprattutto, di un progresso tecnologico che la ferrovia non riusciva a rincorrere. Il tracciato stava, purtroppo, perdendo il suo significato simbolico e il suo altissimo valore artistico, ancora completamente agglomerato nell’ambiente circostante. Il decreto ministeriale 2166 del 9 luglio 1968 era chiarissimo: la ferrovia Spoleto-Norcia, con profondo rammarico dei più, sarebbe stata chiusa a far data dal 1° agosto 1968.