Norcia nell’alto Medioevo
Norcia s’inquadra difficilmente in questo contesto storico già tanto mutevole e particolare, soprattutto in riferimento ai vari e forti terremoti che in tali anni ne dilaniarono la struttura architettonica. Le invasioni barbariche tipiche dell’immediata caduta dell’Impero Romano d’Occidente sembrarono non turbare l’amministrazione e la quotidianità nursina. Religiosamente parlando Norcia aveva un centro già evangelizzato nel III secolo a.C. da San Feliciano: l’attuale Basilica di Santa Maria Argentea fu il primo fulcro di tale nascente comunità cristiana. Determinante per Norcia, fu, contrariamente alle invasioni barbariche, la scesa dei Longobardi, i quali agglomerarono Norcia e il suo territorio nel Ducato di Spoleto. La nuova dominazione, durante la quale l’evangelizzazione e lo sviluppo dell’ordine benedettino stavano prendendo sempre più piede, portò le campagne ad organizzarsi in ville e castelli. La villa, o diversamente feudo, era una tenuta con terreni coltivati da servi della gleba, una classe sociale caratteristica di questa età così particolare. I castelli erano, invece, dei veri e propri forti da cui si organizzava la difesa e in cui si stabilivano degli importanti centri produttivi.
L’invasione longobarda, unita ai già ricordati terremoti di questo periodo, produsse modificazioni profonde anche a livello urbanistico. Innanzi tutto, anche in rapporto ad un drastico calo demografico, la cinta muraria venne ristretta e la civitas venne suddivisa in guaite, o rioni. Contestualmente ogni guaita, per essere definita tale, doveva avere una chiesa, un punto d’acqua e una piazza.