il Monastero di San Benedetto
“Ora et labora”, è su questo principio fondamentale di San Benedetto che affondano i pilastri del monachesimo occidentale, pilastri che gettano le basi per una visione comunitaria e produttiva dell’amore per la religione. San Benedetto, secondo la tradizione popolare più sentita, viveva in quella che oggi è un’ala del monastero benedettino, una serie di edifici che, dopo qualche anno di abbandono, sono tornati ad ospitare i monaci dell’ordine fondato dal Santo di Norcia.
Si stima che il monastero in quanto tale nacque nel periodo immediatamente seguente alla morte di Benedetto nel secolo VI. Nel 1265 vi si insediarono i Francescani per concessione dell’abate di Sant’Eutizio, da cui ne ottennero il possesso e la facoltà di liberarlo dai monaci al tempo lì residenti. Ovviamente, gli atti di forza che si compirono per ottemperare a questa facoltà mobilitarono il papa e il rettore del Ducato di Spoleto, i quali riconobbero ai benedettini il legittimo possesso e, quindi, il diritto a vivere e pregare negli edifici sorti sui resti della casa del Santo Benedetto. Secondo accreditati studi di considera la nascita del monastero di Norcia direttamente connessa e subordinata all’abbazia di S. Eutizio in Valcastoriana. Soltanto nel 1294 papa Celestino V liberò il monastero benedettino da questa sorta di sorveglianza locale per assoggettarlo direttamente alla Santa Sede. Dal 1344 al 1375 diversi furono i monasteri a cui fu simbolicamente unito, tra i quali torna a farsi presente quello di S. Eutizio. Nel 1378 fu riconosciuto come monastero e non più come priorato, governato, quindi, da un unico abate; nel 1393, però, Bonifacio IX lo staccò da Sant’Eutizio e lo riportò all’originario stato di priorato.