il Palazzo Comunale di Norcia
Il Palazzo Comunale sorge nella piazza principale di Norcia e riveste, già dalla sua creazione ad oggi, un ruolo di importanza rilevantissima. L’attuale aspetto è il risultato dei lavori iniziati per progetto del perugino Domenico Mollajoli e terminati nel 1876. Principalmente, ad esso vengono attribuiti i quattro grandi finestroni a sesto tondo, ornati da colonne e intercalati da lesene in pietra bianca e rosa. Anche il cornicione, l’attico, la scalinata e i due leoni in marmo sono opera del Mollajoli. Ovviamente il Palazzo Comunale ha risentito fortemente della particolarità di un territorio fortemente sismico, esponendosi più volte a terremoti che ne hanno lesionato alcuni punti, poi ricostruiti e rinforzati. In seguito ad uno di questi fortissimi terremoti, nel 1708 venne inviato a Norcia l’architetto camerale Sebastiano Cipriani, che, in merito ad un sopralluogo per valutare l’entità dei danni, propose una soluzione per la riedificazione del Palazzo che portò alla conclusione dei lavori soltanto nel 1736. La campana ospitata nel campanile è del 1779 ed è un’opera di Giuseppe Nicelli e Luigi Fasoli di Chieti. Una curiosità interessante è che fino a qualche decennio fa era proprio questa campana che suonava i cento tocchi che stabilivano la chiusura delle porte cittadine e l’inizio del coprifuoco; tale campana maggiore è affiancata da altre tre campane, fuse dalla fonderia Bastanzetti nel 1949. Ai piedi della torre campanile un bellissimo portale riporta la scritta: “Civium unitas rem publicam facit”. Accanto alla scalinata si apre un portico nei cui locali interni ospitava, anni fa, l’archivio, la grascia o annona, e la gabella di piazza.
Negli anni ’90 i lavori di restauro hanno interessato tutte le sale interne del Palazzo Comunale. La sala del Consiglio, nella parte frontale del Palazzo, ospitava, al tempo, le assemblee per le questioni pubbliche in cui i partecipanti votavano e deliberavano le decisioni per l’interesse della comunità. Particolarità di questa sala sono le mura affrescate con gli episodi più salienti della repubblica nursina e le porte settecentesche che la collegano agli altri ambienti interni del Palazzo. La stanza ha sedili tutt’intorno per i partecipanti delle assemblee, in totale duecento consiglieri a vita tra quella della terra e quelli del contado; il soffitto è a cassettoni e il pavimento è stato ricostruito in parquet. L’ufficio del sindaco è arredato da due alari in bronzo del secolo XVI con satiri e da un’Annunciazione su tela del novarese G. B. Ricci.
Successivamente, poi, c’è la Sala Sertoriana o dei Quaranta, chiamata così in onore dei quaranta conservatori della pace, un’istituzione fondata dal cardinale Ippolito de’ Medici per il mantenimento di uno stato pacifico nel territorio nursino. Ai suoi membri erano affidate le armi pubbliche e le rocche dei confini, perchè ne facessero un uso finalizzato a nessun tipo di offesa, ma volto principalmente alla difesa coatta in caso di aggressioni esterne. I quaranta avevano a disposizione, in evidente necessità, una forza complessiva di 320 uomini. Dal 21 marzo del 1995 è proprio in questa sala che si riunisce il consiglio comunale. Dalla Sala dei Quaranta si accede alla cappella dei priori, una struttura settecentesca in cui, fino al 1979, si conservava il dente reliquiario di San Benedetto.